Camminare in silenzio attraverso un bosco di montagna è un atto di riconciliazione con se stessi e con la natura.
Il tempo di pandemia, da cui stiamo lentamente uscendo, ha generato in tutti noi un senso di sospetto e diffidenza verso l’ambiente in cui viviamo. Il virus, che ha contagiato cose e persone, ha reso il nostro mondo meno accogliente di quello che pensavamo. Esso è divenuto quasi minaccioso e infido: dal mondo (e da tutti i suoi abitanti) abbiamo imparato che occorre difendersi, proteggersi e a ripararsi.
In barba a tante filosofie “naturalistiche” che propugnavano una idealizzazione di Madre Natura come forza prodiga e solerte, la recente pandemia ci ha aperto gli occhi, mostrandoci come l’ambiente possa improvvisamente trasformarsi in una minaccia costante e concreta alla nostra salute, come un fattore di rischio e di malattia. Il mondo è presto diventato qualcosa verso cui era saggio mantenere un certo distacco.
Ecco così che la nostra terra ha perso parte della sua affidabilità originaria e ha mostrato un volto minaccioso che non eravamo abituati a contemplare.
La rottura del “patto” fiduciale che ciascuno di noi aveva stretto con l’ambiente in cui viveva esige ora un lento e precario percorso di guarigione: come quando si è colpiti da una malattia serve tempo e pazienza perché il corpo ritorni alle sua abitudini di un tempo, allo stesso modo servirà calma e tempo perché il nostro corpo ritrovi il suo posto nell’ambiente che lo circonda e ritorni a sentire la natura come un elemento buono e affidabile.
Penso che abitare la bellezza della natura, contemplare il suo aspetto più florido e affascinante, possa rappresentare una piccola tappa di questo percorso terapeutico. Sentire sulla propria pelle la grazia e l’incanto che sa trasparire da un rigoglioso bosco di montagna, restare affascinati dal suo misterioso silenzio, dal riverbero della luce sui tronchi e frasche, odorare quella inconfondibile fragranza che le appartiene, ebbene tutto questo mi pare tanto come una goccia di balsamo per l’anima, come un gesto improvviso ed inatteso di tregua dalla minaccia incombente.
Percorrendo quello stretto sentiero tra gli alberi mi sono reso conto che questa auspicata riconciliazione tra l’uomo e la natura non passerà da profonde riflessioni o geniali pensieri. Esso inizierà quando ritorneremo a sentire sulla nostra pelle, con i nostri occhi ed orecchie, che ci si può sentire a casa anche là dove aveva dilagato la minaccia.