le sette cose che ho imparato questa settimana

È stata una lunga settimana, impegnativa, per molti aspetti faticosa. La distanza maggiore che ho dovuto coprire non è stata quella tra l’Italia e la Germania, ma quella che esiste tra la realtà ed il desiderio, tra ciò che sono e ciò che vorrei essere, tra le mie aspettative e la cruda verità delle cose.

Al termine di questa settimana così complicata, forse ho capito alcune cose, non necessariamente in questo ordine:

  1. Che non tutti sono fatti per me e che io non sono fatto per tutti. Ciascuno di noi possiede un proprio modo di vedere le cose, di sentire i legami, di attraversare l’esistenza che è originale e singolare. Pensare, o peggio pretendere, che sia possibile condividere la propria vita con tutti è una illusione che genera solo frustrazione, sofferenza e delusione.
  2. Che ciascuno di noi sperimenta profondità diverse nei legami. Questo ci può piacere o far soffrire ma è la cruda verità dei fatti ed è la realtà a cui siamo chiamati ad obbedire. Pretendere di proiettare le nostre aspettative sulla persone è solo un atto di prepotenza e di impazienza.
  3. Che amare intensamente qualcuno non ci garantisce in automatico alcun diritto ad essere ricambiati. Non sempre l’amore chiama amore. Talvolta l’amore è un chiamata che resta senza risposta, un canto che rimbomba solitario nell’aria senza che alcunché gli faccia eco. Amare è accettare il rischio di ballare da solo, senza partner e, spesso, pure senza base musicale.
  4. Che talvolta occorre aver il coraggio di lasciar andare, come un gesto di amore verso di sé e verso l’altro. Che l’ostinazione di certi legami li trasforma in una prigione. Meglio voltare pagina, asciugarsi le lacrime agli occhi e fare spazio per quei legami che la Vita vorrà mettere sul nostro cammino.  
  5. Che l’amore, quando è eccessivo, impulsivo o possessivo, può possedere un tratto violento e prevaricante. Sì, si può ferire per troppo amore, quando la profondità dell’amore, pur sincero, pur nobile, non fa i conti con la capacità dell’altro di riconoscerlo ed accoglierlo.
  6. Che quando incontri qualcuno che si sintonizza con te, ebbene, sappi che quello è il miracolo della vita e che accade con la stessa frequenza con cui una cometa attraversa il sistema solare. Non è la regola, non puoi trattarlo come la normalità delle cose. È, appunto, un miracolo. Semplicemente accade. Misteriosamente. Gratuitamente. Puoi solo essere grato e celebrare la Vita.
  7. Che in certe situazioni solo un amico ti può salvare. Accade quando egli ha il coraggio di attraversare con te le tue zone erronee, quelle parti di te con cui fatichi a convivere ed accettare. Da certi abissi ti salva un amico che, abbracciandoti, sappia custodire le tue fragilità, le tue povertà, con delicatezza, rispetto e fiducia.

È stato lungo il cammino di questa settimana. Si arriva sempre con le ossa rotte e le gambe doloranti dopo aver fatto tanta strada. La vita è sempre una maestra esigente, a volte indulgente, il più delle volte severa. Ma è l’unico insegnante che, alla fin dei conti, ha sempre ragione.


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